Commentario
RIFONDAZIONE, SPONDA DEL VITTIMISMO OCCIDENTALE
Le recenti dichiarazioni a proposito dell'immigrazione rilasciate da
Gennaro Migliore, capogruppo alla Camera di Rifondazione Comunista,
confermano quanto si pensava da anni, e cioè che il PRC svolge
ormai la funzione istituzionale di fare da sponda alla propaganda
dominante.
Nel 2001 la campagna referendaria di Rifondazione sull'estensione
dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori alle imprese con meno di
quindici dipendenti, fornì un avallo al vittimismo dei padroni,
facendo il gioco della loro propaganda, secondo la quale in Italia non
vi sarebbe la libertà di licenziare. In realtà la
copertura offerta ai lavoratori dall'articolo 18 riguarda solo i casi
di licenziamenti per discriminazione sindacale, politica o religiosa.
Questo è il motivo per il quale l'articolo è
inapplicabile nelle imprese con pochi dipendenti, dato che in questi
casi il padrone può sempre accampare la giustificazione di aver
licenziato un dipendente solo per risparmiare, cosa che la legge gli ha
sempre consentito.
Ma non è tutto. Ancora adesso che si è dimostrato che
Saddam non possedeva più nessuna arma di distruzione di massa, e
che l'Iraq è stato aggredito e occupato proprio perché
inerme, Rifondazione insiste con la retorica pacifista della
Costituzione che ripudia la guerra come strumento per la risoluzione
delle controversie internazionali (tra l'altro questo è uno
slogan della propaganda statunitense degli anni '40, recepito
acriticamente dai nostri costituenti). In tal modo Rifondazione
dà un sostegno al vittimismo del cosiddetto "Occidente", al
quale i pacifisti negherebbero il diritto di difendersi dalla presunta
aggressione islamica.
Tutta la propaganda degli Stati cosiddetti occidentali è basata
sul vittimismo: l' "Occidente" sarebbe vittima di ondate migratorie
degli islamici, i quali - ingrati -, dopo essersi installati in massa,
si darebbero al terrorismo kamikaze ed alle rivolte. Ma anche nei
confronti del mondo arabo/islamico il cosiddetto "Occidente" ha
già pronta una giustificazione, secondo la quale il governo
statunitense sarebbe vittima delle cattivissime "lobby ebraiche", che
lo costringerebbero ad aggredire i Paesi islamici ed a rimanere
insensibile alle istanze dei Palestinesi. In realtà Israele
è solo un'appendice territoriale degli Stati Uniti almeno dal
1973 (anno della sconfitta israeliana nella guerra del Kippur), il
sionismo è ormai una mera propaggine della CIA, mentre ogni
politico israeliano che cercasse di muoversi in proprio sarebbe subito
ammazzato, come è successo a Rabin.
Adesso, grazie a Migliore, il cosiddetto "Occidente" può ancora
additare i terzomondisti come i colpevoli della eccessiva immigrazione,
dato che gli impedirebbero di difendere le frontiere e di far
rispettare la legalità. Insomma, stavolta è proprio
sembrato che invece di avanzare seriamente la proposta di chiudere i
centri di "accoglienza" e di regolarizzare subito i clandestini,
Migliore stesse lì a screditare la proposta stessa, per porgere
la battuta agli Alberto Ronchey e Sergio Romano che, dalle colonne del
"Corriere della sera" si fanno carico di sostenere le ragioni della
difesa dell'Occidente, vittima degli eccessi del terzomondismo. Infatti
Migliore come ha motivato la proposta? Dicendo che ogni immigrato ha
una storia individuale. Ma che c'entra?
Il problema è che oggi l'emigrazione non riguarda dei singoli
che arrivano con passaporto con visto turistico e poi si danno alla
clandestinità, ma è un fenomeno di persone che arrivano
senza passaporto, cioè sono sotto il controllo assoluto di chi
le ha fatte emigrare. E non si tratta solo di islamici, dato che la
maggiore corrente migratoria è quella cinese.
Stando così le cose, la regolarizzazione immediata sarebbe un
modo di far sfuggire subito gli immigrati al controllo dei trafficanti
e dei gestori del lavoro nero, perciò costituirebbe anche un
contrasto al traffico di esseri umani. In altre parole, regolarizzare
subito è necessario, dato che è proprio la
clandestinità a rendere l'emigrazione un business, perché
è la clandestinità a rendere ricattabile il lavoratore
emigrato. È come con gli stupefacenti: è solo il
proibizionismo a renderli un affare.
Perché allora Migliore, invece di interpretare la parte del
terzomondista col cuore in mano, non ha spiegato queste cose?
Speriamo che anche all'interno di Rifondazione ci si cominci a fare di queste domande.
Comidad, 8 giugno 2006