Commentario
LO SPECCHIO POLACCO
In questi giorni gran parte dei commenti sulla Polonia erano
incentrati sul fare gli esami di antisemitismo o filosemitismo a questo
Paese, trascurando invece degli aspetti che avrebbero dovuto far
riflettere. La messa del 26 maggio, celebrata dal papa a Varsavia
davanti a circa mezzo milione di persone, si è svolta nella
grande piazza intitolata al maresciallo Pilsudski, l'altro eroe
ufficiale della Polonia, accanto a Woityila.
Pilsudski! Chi era costui?
In sintesi, è l'uomo che ha condotto il proprio Paese al
macello, inducendolo a fidarsi degli Stati Uniti. La rivalutazione di
questo personaggio è l'effetto di una rivalutazione acritica del
passato pre-comunista della Polonia. La grande Polonia, tra la fine
della prima e l'inizio della seconda guerra mondiale, era un Paese dai
confini irrealistici, che comprendeva al suo interno quasi la
metà di cittadini di altre nazionalità. Questa Polonia
era la creatura del presidente degli Stati Uniti, Wilson, che
così l'aveva imposta nel 1918 a Versailles.
Fu Pilsudski a guidare questa Polonia come dittatore sino al 1935, anno
della sua scomparsa. Era un personaggio ambiguo, che aveva parecchi
tratti in comune con Mussolini. Tra l'altro anche Pilsudski aveva un
passato da dirigente socialista, diventando poi un campione della
guerra al comunismo sovietico. Questa Polonia imperialistica e
velleitaria degli anni '20 e '30 era stata voluta dagli Stati Uniti ed
aveva formalmente l'appoggio di Francia e Gran Bretagna, eppure nel
settembre del 1939 l'esercito polacco andò a cavallo al massacro
contro i carri armati e gli aerei di cui Hitler aveva potuto dotarsi
anche grazie alla General Motors e alla Ford.
Come è noto, la Polonia fu "liberata" dalle truppe sovietiche
nel 1945, il che permise, se non altro, la cessazione del genocidio. I
tanti volontari polacchi che volevano combattere il nazismo non
poterono aver parte nella liberazione del proprio Paese, perché
nel frattempo, insieme agli indiani ed ai mercenari marocchini,
venivano impegnati dagli Stati Uniti nelle battaglie più
sanguinose per la "liberazione" dell'Italia.
Questa è la storia ufficiale, mentre la cronaca di questi ultimi
giorni aveva appena visto un timido tentativo del governo polacco di
prendere le distanze dagli Stati Uniti circa l'impegno militare in
Iraq. È bastato questo perché iniziasse una campagna
propagandistica mondiale sull'antisemitismo in Polonia. Così la
Polonia, santificata sino a poco tempo fa dalla propaganda, si è
trovata improvvisamente sotto processo, e persino la sua ammissione
all'Unione Europea appare in questione.
Certo, la Polonia non ha un passato limpido circa l'antisemitismo. Ma chi è che ce l'ha?
Ogni popolo è ricattabile e strumentalizzabile anche attraverso
i suoi falsi miti ed i suoi falsi eroi, che costituiscono altrettanti
vincoli di sudditanza coloniale, poiché impediscono di fare i
conti col proprio passato. In questo senso, la Polonia può
costituire un utile specchio per tutti.
Comidad, 1 giugno 2006