Commentario
DISINFORMATEVI CON IL FAI DA TE
Dopo gli attentati di Dahab si è assistito ai consueti
automatismi della disinformazione. Bomba è uguale a kamikaze,
che è uguale a terrorismo islamico. Nessuno si domanda a cosa
servissero dei kamikaze per fare strage di turisti inermi,
perché ormai il "fanatismo" spiega tutto e il contrario di
tutto. Anzi gli sforzi mentali si rivolgono a problemi ben più
seri; ad esempio a cercare sottili mistiche dei numeri nella ricorrenza
cronologica degli attentati, come fa Magdi Allam sul "Corriere della
sera".
Ovviamente la presenza di kamikaze a Dahab, non è stata provata.
È bastato inizialmente suggerire la cosa con l'uso dei verbi
condizionali, poi darla per scontata, sino a parlare, senza
documentazione di supporto, di ritrovamento di cadaveri di kamikaze.
Niente di nuovo, è il copione già visto con gli attentati
di Londra.
Eppure, rispetto al lontano passato, le novità ci sono. Se si
considera ciò che è costato nel 1941 agli Stati Uniti
presentarsi come vittima ignara di un'aggressione a tradimento, vediamo
che qualcosa è cambiato. La mistificazione di Pearl Harbour - il
nascondere agli americani che si era già in guerra col Giappone
-, comportò dei prezzi da pagare in termini di vantaggio
iniziale lasciato agli avversari, con la distruzione di alcune
corazzate ed anche con perdite territoriali, come le Filippine.
È una mistificazione talmente ben costruita che regge tutt'oggi,
dato che quasi tutti i libri di storia ancora riportano la storiella
che la dichiarazione di guerra da parte del Giappone sarebbe stata
presentata un'ora dopo l'attacco.
Invece, dopo aver occupato l'Iraq, Bush non si è neppure
preoccupato di spendere qualche dollaro per allestire un falso sito con
finte armi di distruzione di massa. Si era visto Colin Powell appena
qualche settimana prima andare all'ONU con le foto della "pistola
fumante" che avrebbero provato il possesso di armi proibite da parte di
Saddam. Ci si sarebbe aspettato quindi che la menzogna venisse in
qualche modo sostenuta con qualche ulteriore supporto. Invece nulla.
Bush e Powell si sono lasciati sbugiardare senza battere ciglio. Allo
stesso modo si sono lasciate trapelare le sevizie delle carceri di Abu
Ghraib, facendo anzi piovere i documenti visivi a riguardo.
Il problema è che ormai il colonialismo non ha bisogno di
cercare giustificazioni, perché ha capito che, per
giustificarsi, gli basta appellarsi al razzismo (o all'autorazzismo,
come nel caso di Magdi Allam). L'occupazione dell'Iraq ed il suo
sfruttamento si giustificano da soli, perché se gli Stati Uniti
se ne andassero, ciò significherebbe - senti, senti - lasciar
campo libero agli iracheni.
Oggi il colonialismo può permettersi di risparmiare costi e
sforzi, perché può basarsi sul "fai da te" di coloro ai
quali la disinformazione è indirizzata. È come dire:
mentitevi pure da soli, autogestitevi.
Comidad, 27 aprile 2006