Commentario
IL COLONIALISMO "TOLLERANTE" DELL'OCCIDENTE "TRANQUILLO"
La propaganda di questi giorni ha presentato l'immagine di un Occidente
iper-tollerante sino alla remissività nei confronti di un Islam
violento e fanatico. In base a questo copione propagandistico, il
dilemma che ha agitato i commentatori e l'opinione pubblica ha
riguardato i limiti della tolleranza, quanto sia lecito sopportare in
nome del quieto vivere.
Lo scrittore inglese Graham Greene - che fu anche collaboratore dei
servizi segreti britannici -, ha sintetizzato questo schema
propagandistico nella formula "The Quiet American", "L'Americano
Tranquillo" che è costretto ogni tanto a prendere le armi quando
sia indispensabile per la difesa di certi valori. Nel suo romanzo del
1955, Greene mostrava invece come questa immagine propagandistica
coprisse un'aggressione colonialistica spregiudicata, basata su una
illimitata capacità di destabilizzazione e corruzione.
L'economia illegale diventa il supporto di questa relazione
colonialistica, adottata da tutti i paesi occidentali. È il
modello afgano, riproposto con successo anche in Somalia, dove le
milizie filo-statunitensi, in questi giorni, hanno sostenuto una
battaglia contro le milizie "islamiche" per disputarsi il controllo
dell'aeroporto di Dainile a Mogadiscio, e quindi del traffico di droga
che passa per quell'aeroporto. Manco a dirlo, i signori della guerra
somali che si sono convertiti alla lotta al terrorismo islamico, erano
sino a poco tempo fa anch'essi di fedeltà islamica.
Tutti i fatti di questi ultimi giorni accaduti nei Paesi islamici,
compresi gli scontri e gli assalti alle sedi diplomatiche ed alle
chiese, vanno rivisti in base a questa regola della
intercambiabilità dei ruoli, per la quale si può essere
una volta terrorista islamico e un'altra volta alleato degli Stati
uniti a seconda dei momenti, o addirittura contemporaneamente.
Comidad, 23 febbraio 2006