Commentario
PUTIN IL DESTABILIZZATORE
La crisi del gas metano tra Russia e Ucraina costituisce un'ulteriore
dimostrazione di come si possano creare una situazione di crisi,
un'emergenza economica ed un senso di precarietà, senza che
risulti individuabile un solo elemento concreto che sia in grado di
spiegare il tutto.
Non vi è carenza della materia prima in questione, non si
denunciano problemi tecnici ai gasdotti, in più risultano
evanescenti i moventi del contenzioso tra Russa e Ucraina. Appaiono
anche del tutto pretestuosi i motivi per i quali tale contenzioso
dovrebbe riflettersi sulle altre economie. Inoltre si può riscontrare come del tutto arbitrario il balzo del prezzo del petrolio che, secondo l'informazione ufficiale, sarebbe legato agli effetti della presunta crisi del metano.
La qualità propagandistica di questa ennesima emergenza risulta,
come al solito, scadente. La "credibilità" dell'emergenza
è infatti basata esclusivamente sulla preventiva
ridicolizzazione di ogni dubbio e di ogni domanda concreta a riguardo.
La confusione conseguente al crollo del cosiddetto impero sovietico
viene fatta diventare un alibi onnicomprensivo, in grado di liquidare
ogni richiesta di ulteriori chiarimenti.
Per chi ancora si trastulla con il mito del mercato - e con
l'altrettanto mitica "legge della domanda e dell'offerta" -, può
essere istruttivo osservare come si possa fare una politica dei prezzi
a furia di colpi di mano propagandistici.
Putin si sta rivelando un provetto destabilizzatore, un emulo di Bush,
che, per molti versi, dimostra di saper superare anche il maestro. In
questo senso risultano grottesche le critiche del governo statunitense,
il quale ha obiettato a Putin il carattere destabilizzante della sua
azione di questi giorni, come se Putin non si fosse limitato a
ricalcare schemi già ampiamente collaudati dal governo
statunitense stesso. C'è da credere che questa critica
rimarrà isolata, per non incrinare il reciproco gioco di sponda
che Bush e Putin hanno condotto nell'ultimo periodo a proposito di
tante altre pseudo-emergenze.
Comidad, 5 gennaio 2006