Commentario
CIA: sequestri come alibi
Le notizie di questi giorni sui sequestri di persona organizzati in
tutto il mondo dalla CIA, hanno posto l'attenzione su aspetti che
rischiano di essere fuorvianti. Ad esempio: che il governo Berlusconi
fosse informato o meno del sequestro dell'imam Abu Omar sul territorio
italiano da parte della CIA, è una questione che non può
trovare soluzione. Nessun governo può essere ufficialmente
informato di un atto illegale che dovrà compiersi sul suo
territorio, tantopiù se questo atto richiedesse la sua
complicità. L'informativa tramite servizi segreti, per sua
caratteristica, non lascia tracce, è quindi anch'essa di incerta
valutazione.
In altre parole: il fatto che Berlusconi sia un mentitore patologico,
non implica automaticamente che menta anche in questo caso e,
soprattutto, che le sue eventuali menzogne abbiano un qualche rilievo.
Il vero punto della questione è che operazioni come quella che
ha riguardato Abu Omar, non rientrano in un ambito di lotta, per quanto
spregiudicata, al terrorismo, ma nel quadro di una strategia di
depistaggio e intossicazione propagandistica. L'unico elemento certo
della vicenda è infatti che Abu Omar non ha rivelato nulla sotto
tortura alle autorità egiziane a cui era stato consegnato dalla
CIA, probabilmente perché non aveva nulla da rivelare.
Anche l'altro episodio venuto alla luce in questi giorni (il sequestro
"per errore" da parte della CIA del cittadino canadese di origine
siriana), mette in evidenza che queste operazioni hanno lo scopo di
fornire l'immagine pubblica di una CIA, magari arruffona e priva di
scrupoli, ma comunque impegnata a dar la caccia ai terroristi. Non a
caso, si riaffaccia da Internet il fantasma di Bin Laden, ad ammonire
sulla attualità dell'emergenza/terrorismo islamico. È
come se da tutto l'accavallarsi di notizie di questi giorni, la CIA
ricavasse un alibi, invece che capi d'accusa a suo carico.
Il messaggio propagandistico che questa ondata di "notizie" sta
lanciando all'opinione pubblica mondiale, è quindi che la lotta
al terrorismo non può esser fatta con i guanti bianchi e che
richiede un sacrificio i termini di diritti civili e anche di vite
innocenti. È esattamente ciò di cui il Dominio vuole
convincerci da sempre, cioè che ognuno deve rendersi
sacrificabile al "bene comune", o presunto tale.
È persino probabile che oggi la CIA non sia più il vero
servizio segreto operativo degli Stati Uniti, ma che costituisca
un'organizzazione che svolge soprattutto funzioni di propaganda e
intossicazione dell'informazione. Per questo motivo la CIA può
permettersi, come in questi giorni, un alto grado di esposizione
mediatica che serve a coprire le vere operazioni segrete - cioè
attentati e stragi da attribuire ai "kamikaze islamici" -, compiute da
altre agenzie con compiti operativi.
Comidad, 8 dicembre 2005