Commentario

Comidad su provocazioni/malafede/facciatosta

La malafede non si deduce da processi alle intenzioni, bensì da indicatori oggettivi. Ora, che senso ha fare una domanda e contemporaneamente ridicolizzare l'eventuale risposta?
E' ciò che ha fatto l'estensore della nota "Una domanda su Izzo", pubblicata su Indymedia, e firmata "...garantisti a tutti i costi?". Se c'è qualcuno che ha fatto processi alle intenzioni è lui, attribuendo preventivamente agli anarchici questa possibile risposta: "Per favore, non mi si risponda che Izzo è un prodotto del capitalismo avanzato (come Charles Manson)".
Questa, ovviamente, non era una domanda nè una curiosità, ma un vero e proprio rinfaccio della posizione di debolezza che gli anarchici detengono nel sistema della comunicazione. Il Caso Izzo è la dimostrazione del carattere ambiguo del sistema penale, eppure grazie alla posizione di forza nel sistema della comunicazione, il sistema penale può trasformarla nella esaltazione della propria necessità, screditando e ridicolizzando chi la pensa diversamente.
In altre parole, bisogna cogliere il vero messaggio che sta dietro a certi discorsi, e non fermarsi alla superficie.
Il vero messaggio consiste infatti nella relazione che si va a stabilire con l'interlocutore, ovvero se si cerca di metterlo in soggezione o no.
Un altro esempio al riguardo può essere costituito dai discorsi dell'attuale papa contro il "relativismo", discorsi ripresi di recente anche dal presidente del senato Marcello Pera.
Le sparate di Ratzinger contro il relativismo culturale, non sono una manifestazione di sicurezza dogmatica (come ci si vorrebbe far credere), ma di impudenza, di faccia tosta.
Se c'è, infatti, un fenomeno sociale che si è avvantaggiato del relativismo e persino del soggettivismo più sfrenato, questo è il cristianesimo.
La religione gode nella nostra società di uno status di opinione privilegiata, che porta su di sè la scritta "fragile". Nessun dibattito culturale mette in discussione le fondamenta della religione, perchè non sta bene turbare il "sentimento religioso".
Il cristianesimo ha cessato di confrontarsi con la filosofia da almeno sei secoli. E non soltanto con la filosofia, ma persino con la filologia. Da quando, nel XV secolo, Lorenzo Valla dimostrò che la Donazione di Costantino era un falso - fabbricato dai papi per giustificare il loro potere temporale - si sa benissimo che tutto il retroterra storico documentale del cristianesimo è un castello di carte che se ne crollerebbe con un soffio.
Non a caso, il filosofo del pensiero debole, Gianni Vattimo, ha riscoperto e adottato il cattolicesimo.
Allora che senso ha questa sparata del papa, se non ribadire che dalla sua posizione di forza nel campo della comunicazione, può permettersi di dire quello che gli pare?
Infatti, chi la possibilità di smentirlo dato che tutti quelli che hanno la parola sono già cooptati per recitare le battute dello stesso copione?
Ancora una volta il vero messaggio dei discorsi di Ratzinger consiste nella posizione di forza - forza materiale - di cui può disporre e nel rinfaccio dell'altrui posizione di debolezza.

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