Commentario
IL PERDONACOMUNISMO
Nella scorsa settimana si è potuto assistere allo spettacolo di
un governo composto da criminali comuni che organizzava una campagna
mediatica di criminalizzazione dei lavoratori del Pubblico Impiego, in
modo da creare il clima di confusione adatto a favorire uno dei
più giganteschi saccheggi di denaro pubblico della Storia,
spacciato nella prossima Legge Finanziaria sotto la denominazione di
"federalismo fiscale".
Nello stesso periodo, un cittadino della ex Jugoslavia veniva arrestato
da uno Stato che si autodefinisce sovrano, per essere consegnato ad una
sorta di banda di sequestratori, che, a sua volta, si autodefinisce
pomposamente "Tribunale Internazionale dell'Aia". Questa entità
paradossale costituisce un tribunale coloniale, il quale è
adibito a processare i nemici degli Stati Uniti; questo tribunale
però non ha nessun potere sugli stessi Stati Uniti, dato che
questi non lo riconoscono.
Nel 2001 il tribunale coloniale ebbe la faccia tosta di pretendere la
consegna dalla Serbia del suo ex presidente Milosevic, con la
motivazione che in Serbia non vi sarebbero state le condizioni di
sicurezza e di imparzialità per garantire un processo equo. Una
volta però che ebbe ottenuto Milosevic in consegna, il
tribunale, sebbene non riuscisse a dimostrarne la colpevolezza, ha
continuato a tenerlo sotto sequestro, finché una provvidenziale
morte "naturale" dell'imputato non ha risolto definitivamente il
problema.
Nonostante questo precedente, pare che proprio nulla possa impedire la
consegna di Karadzic al Tribunale dell'Aia, dato che, con quelli che la
propaganda ufficiale definisce criminali, non è necessario
fornire garanzie procedurali o prove, basta la parola; il che è
la stessa posizione del governo Berlusconi nella guerra psicologica che
ha sferrato contro i lavoratori pubblici: dimostrino loro di non essere
dei fannulloni, se ci riescono.
In questo contesto di guerra di classe e di guerra coloniale, si riuniva a Chianciano il Congresso di Rifondazione Comunista, il quale si è spaccato su una questione davvero urgente: quale sia il modo migliore per farsi perdonare di essere comunisti. A Chianciano una nuova ideologia, di cui da tempo si intravedevano le linee teoriche e programmatiche, ha quindi trovato posto nell'atlante ideologico: il Perdonacomunismo.
Il grande problema di questa nuova ideologia è di tipo identitario: perché siamo comunisti? O meglio: perché ci ostiniamo ad essere comunisti?
Alle domande senza senso non si può trovare risposta, e
perciò c'è sicuramente materia per tanti altri congressi
sulla questione.
Anzi, l'ideologia può anche generare percorsi collaterali, una
serie infinita di nuovi perché. Ad esempio: perché siamo
pacifisti?
Perché ci opponiamo al fatto che milioni di tonnellate di bombe vengano lanciati su popolazioni civili inermi?
Perché ci opponiamo al fatto che il contribuente paghi questi milioni di tonnellate di bombe con tasse da versare poi al complesso affaristico-militare?
Perché ci opponiamo a basi militari che sequestrano e
intossicano il territorio, e diventano centri di riferimento
dell'affarismo criminale?
E ancora: perché ci rifiutiamo di pagare tasse per finanziare
delle costose privatizzazioni, da cui potranno derivare solo altre
tasse?
Mah! Chissà?
È chiaro che una sinistra moderna ed europea non può lasciare in sospeso simili interrogativi. Il perdonacomunista, in particolare, ha da farsi perdonare due secoli di odio di classe, due secoli di apologia della violenza, due secoli in cui ha voluto vedere dall'altra parte non dei leali avversari o concorrenti, ma dei nemici.
Non basta essere contro la violenza per motivi pratici, dato che
questa farebbe proprio il gioco di coloro che vogliono criminalizzare
la resistenza dei lavoratori in modo da coprire i propri crimini. Non
basta essere contro la violenza dato che costituisce l'ambito in cui la
provocazione e l'infiltrazione poliziesca possono esercitarsi meglio.
No, è necessario che il rifiuto della violenza sia morale,
assoluto, ma al tempo stesso astratto e generico, al punto che una
scazzottata e un bombardamento con milioni di morti rientrino nello
stesso calderone, ed una valga l'altro.
In fondo Nichi Vendola e Bertinotti hanno ragione: in questo mondo - a parte quelli che non stanno bene agli USA - sono tutti buoni, e se sbagliano è per eccesso di buone intenzioni; i comunisti invece sono stati cattivi, e debbono farsi perdonare.
31 luglio 2008